MADE IN SICILY
all’Albergo dei Poveri di Palermo
Albergo dei Poveri – Corso Calatafimi, 217
14 novembre – 23 dicembre 2011
Orari: 9.00 – 13.00 / 15.00 – 19.00 (domenica chiuso)
informazioni: tel 091422314
E’ ospitata presso il settecentesco e storico edificio del Real Albergo dei Poveri di Palermo, la mostra dal titolo “Made in Sicily centosettantasei artisti si raccontano”.
L’esposizione curata dall’artista e storico dell’arte moderna e contemporanea Nicolò D’Alessandro, è stata inaugurata lunedì 14 novembre 2011 alle 17,30. La mostra, allestita con rigore scientifico, si snoda nei grandi saloni del piano nobile del palazzo – dimensioni di ogni singolo salone 30x8x7 m – progettato e costruito dall’architetto palermitano Orazio Furetto.
L’edificio, iniziato nel 1746 e inaugurato nel 1772, rappresenta il passaggio dal barocco al sobrio ordine neoclassico affermatosi a Palermo nella seconda metà del Settecento.
La mostra allestita all’interno costituisce una sorta di ricognizione a largo raggio del variegato e multiforme percorso artistico dell’area di ricerca siciliana nell’ambito della pittura e della scultura, con la significativa presenza di alcune figure artistiche scomparse da qualche anno ma attive dal dopoguerra fino ai nostri giorni.
Perchè “Made in Sicily “
Chiarisco subito che il titolo della rassegna “Made in Sicily “non è una evocazione regionalistica di presunti valori localistici. Ma muove da un atteggiamento giocoso che fa il verso al Made in China, Made in Italy, Made in Taiwan, Made in P.R.C, Made in Corea che danno l’idea non di un mercato senza confini ma di un luogo qualsiasi di produzione. Un titolo, a scanso di equivoci, per indicare una provincia di questo pianeta dove le logiche mercantili e consumistiche fanno da padrone alla realtà di una umanità che arranca e sopravvive per districarsi, come meglio può, nel sistema capitalistico unidirezionale basato sulla mercificazione, anche delle idee per intenderci.
La Sicilia, è bene chiarirlo ulteriormente sin dalle premesse, è un’area geografica qualunque. Terra di frontiera, terra di accatto e di tutte le avventure politiche hanno la Sicilia come laboratorio. Non sono solo io a dirlo.
Fine delle ideologie, stravolgimento della storia, modificazione delle geografie, distruzione definitiva dei confini e delle barriere architettoniche degli Stati e dei Popoli.
E dovremmo in tali condizioni assolvere e condannare, segnare la lista dei buoni e dei cattivi proprio nel territorio senza destini riconoscibili dell’arte? Lasciamo volentieri questo ingrato compito censorio ai critici militanti che svolgono un ruolo mediatico per il mercato dell’arte. Noi vogliamo percorrere altre strade. Una metaforica vetrina della cultura figurativa in Sicilia. Questa mostra, in un spazio come Le Ciminiere, vuole essere una specie di contenitore di lusso, una metaforica vetrina per la cultura figurativa in Sicilia. Tenta, con questo primo incontro, di esibire attraverso il racconto degli stessi pittori, l’evoluzione (o l’involuzione) delle persistenze figurative, delle scelte non formali e delle adesioni al grande equivoco dell’arte contemporanea; tenta di indagare la “questione meridionale” del sistema delle arti figurative in un territorio eccentrico quale quello siciliano ancora non ampiamente sondato e verificato; tenta di esaminare infine il contributo degli artisti nella revisione critica centro-periferia nella dialettica della globalizzazione e l’equivoco del concetto ambiguo di contemporaneo. Made in Sicily non è una mostra tematica (un appuntamento a tema) nella logica delle appartenenze, dei generi, degli ismi. Non vuole identificare modi, non è alla ricerca di…, ne presume l’identificazione di valori, ancor meno vuole fare il punto della situazione. Detto tra noi, del resto, è superfluo pensare di farlo. A cosa potrebbe servire?
Nicolò D’Alessandro
(dal testo di presentazione di Made in Sicily, edizioni L’Altro Artecontemporanea, Palermo, 2011)
MADE IN SICILY // ARTISTI |
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