BARBA E RIGGI NELLA PERSISTENZA DELLA SCULTURA

BARBA E RIGGI NELLA PERSISTENZA DELLA SCULTURA

Opere anni ‘80/’90

Caltanissetta – La Galleria Club 70 di viale Conte Testasecca n. 38 ha inaugurato venerdi 6 luglio 2012 alle ore 18,00 l’esposizione dal titolo “Barba e Riggi nella persistenza della Scultura” a cura dell’Associazione Zona Creativa.

Il duo di artisti Barba e Riggi è unito da interessi comuni nella vita e nell’arte, ha approfondito lo studio della scultura negli anni Ottanta all’Accademia di Belle Arti di Palermo, svolgendo in seguito attività espositiva in campo nazionale ed internazionale.

Recentemente i due artisti hanno preso parte alla realizzazione della Porta della Bellezza, Museo all’Aperto di Librino, Catania, installando un’opera monumentale in terracotta refrattaria dal titolo “Gigantessa”.

Nel 2011 hanno partecipato alla 54ª Biennale di Venezia, Padiglione Italia, Lo Stato dell’Arte, a cura di Vittorio Sgarbi.

In questa occasione i due scultori mostrano il percorso di ricerca plastica affrontato a partire dagli anni Ottanta/Novanta fino ai nostri giorni: elaborazioni plastiche di busti ritratto caratterialmente e formalmente connotate, di figure corpulente e sensuali dalle pose stranianti o in rapporto con altri elementi.

Calogero Barba, artista mussomelese, opera da diversi decenni nell’ambito plastico/scultoreo prediligendo tematiche legate all’uomo e al suo vissuto culturale in rapporto con il suo ambiente. Questo percorso della scultura rivendica una ricerca che ha implicazioni plastico spaziali e formali di tipo personale. Le figure umane o animali rappresentate divengono elementi formali stranianti ma piacevolmente riconoscibili che ricreano atmosfere legate al vissuto dell’artista e a volte anche alla sua coscienza antropologica.

Barba, nelle sue trasposizioni plastiche scultoree, modifica il dettato originario dei corpi, crea opere espanse, inserite in movimentate  forme architettoniche. L’artista studia la scultura attraverso l’elaborazione e la trasformazione della forma umana strutturandone i volumi e le geometrie con una resa armonica e sensuale. Investiga la forma plastica creando tagli spigolosi o morbidi, lineari o curvi, ricercando valori dinamici. Da maestro scultore ricorre all’uso di diversi materiali naturali e tecnologici plasmandoli all’occorrenza in funzione  del soggetto o dell’idea compositiva, quindi, la terracotta, il bronzo, la pietra e la resina sono utilizzati e sfruttati per le proprietà intrinseche, cosi da offrire all’esecutore e al fruitore diversi e inattesi itinerari per lo sguardo.

Giuseppina Riggi, scultrice dalle spiccate doti plastiche, da parecchi decenni ricerca e affronta attraverso il linguaggio scultoreo il tema femminile, in una elaborazione personale figurata nella “Gigantessa”.

Il tema viene sviluppato dall’artista sancataldese attraverso la modellazione di un ciclo di figure femminili possenti e leggiadre che dialogano con lo spazio, dalle quali scaturiscono segni erogeni che sono forme matrici della stessa figura. E’ in questo contesto che l’artista si fa portatrice dell’integrazione dei linguaggi tra segno e materia, tra pittura e scultura.Il corpo della donna preso a pretesto dalla Riggi diviene l’elemento fondante e vitale della materia, rappresentato dal corpo materiale dell’argilla – terra e acqua – nella pienezza delle forme calde e sensuali, forme plastiche che attraverso andamenti morbidi e sinuosi si affermano nel tuttotondo o nel rilievo, concretizzati dall’aria e dal fuoco della terracotta.

Assumono così forme e volumi in composizioni virtuose date da una modellazione forte dell’esperienza che ne valorizza il flusso dinamico con lo spazio. Una sintesi plastica dove si incontrano forme e segni in nome e nel linguaggio della donna.

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